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Un lungo racconto che attraversa oltre centoquaranta anni di storia britannica durante i quali si svolgono parallelamente le vicende dei movimenti e dei partiti di estrema destra. In un continuo crescendo, il libro racconta la nascita del sentimento ultra conservatore inglese, partendo dalla storia politica di Joseph Chamberlain e dei Pari irriducibili passando per i primi movimenti anti-immigrazione, fino ad arrivare all’analisi del fascismo britannico guidato da Sir Oswald Mosley. Alla fine della seconda guerra mondiale si riprendono le fila dell’estrema destra inglese che, rinata dalle sue ceneri, sarà ancora guidata da Mosley e si svilupperà fino all’inizio degli anni Novanta. Nella fase contemporanea del racconto l’estrema destra populista si mostrerà con tutta la sua forza dirompente e riformatrice fino a “guidare” il Regno Unito oltre i confini della Brexit.
Il fascismo britannico fu sostanzialmente un credo nazionale e quindi assunse, per sua stessa natura, forme distinte nei diversi Paesi. In origine rappresentò una violenta reazione contro condizioni intollerabili di esistenza verso torti rimediabilissimi che la vecchia classe dirigente non era riuscita a risolvere. Fu un movimento che si proponeva di assicurare la rinascita nazionale di popoli che si sentivano minacciati di declino, decadenza e morte, ed erano, invece, decisi a vivere e a vivere intensamente.