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A metà degli Anni Venti, dopo aver narrato le sue cronache dalle trincee della Grande Guerra e dopo aver partecipato all’Impresa di Fiume e alla Marcia su Roma, Harukichi Shimoi pubblica a puntate sul quotidiano giapponese Nihon una serie di scritti dedicati ai prodromi del conflitto mondiale, al suo svolgimento e al suo seguito, con un focus specifico dedicato all’Italia. L’Italia durante la Grande Guerra venne concepito come il primo volume di una trilogia dal titolo L’Italia contemporanea, con i successivi lavori dedicati rispettivamente al Biennio rosso e alla figura di Benito Mussolini. Questo volume, del tutto ignoto ai repertori e in letteratura, è talmente raro che la schedatura del sistema bibliotecario nazionale presenta laconicità in tal senso. Al suo interno Shimoi traccia un compendio di quelli che sono stati per lui gli avvenimenti più significativi della storia militare italiana durante il conflitto andando a sondare, con dovizia di dettagli, specifici episodi nonché le vicende dei personaggi, più o meno noti al pubblico contemporaneo, che vi presero parte, elogiandone mellifluamente le gesta.
D’Annunzio era in procinto di uscire. Il suo motoscafo lo attendeva davanti al portone che dava su Canal Grande. “C’è Shimoi di Napoli? … Davvero?” Si udì una voce limpida come quella di una campanella, seguita dal rumore di passi. Lui indossava un abito di cuoio da aviatore. “Shimoi!” Esclamato il mio nome, si avvicinò e mi dette un bacio sulle guance. In Italia ci si scambia tale saluto tra amici intimi, anche se entrambi uomini. Mi complimentai con lui per il volo su Vienna e, dopo avermi ringraziato, si avviò in una delle stanze per poi far ritorno subito. “Li ho tenuti apposta per te” disse porgendomi quattro o cinque foglietti spiegazzati. Erano stampati in verde, bianco e rosso. “Sono i volantini che ho sparpagliato su Vienna”.