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Il punto di svolta della vicenda fiumana si ebbe il 10 gennaio 1920, quando Gabriele d’Annunzio accolse le dimissioni di Giovanni Giuriati da Capo del Gabinetto di Comando, nominando in sua vece Alceste De Ambris. Giuriati era disponibile ad accogliere il compromesso suggerito dal governo italiano. De Ambris, viceversa, rappresentava l’anima rivoluzionaria (e oltranzista) del fiumanesimo. Con la nomina di Alceste De Ambris iniziò il periodo eroico di Fiume che, da quel momento, divenne meta di un’imponente migrazione di militari e civili.
Ma anche di idee visionarie e di politiche anticipatrici del corso della storia.
Nella sua disperata passione, Fiume si leva a negare il mercato infame, Fiume rifiuta la ricchezza corruttrice, per avere una patria. Irridono i cinici dall’anima di porco; ma Fiume non disarma e non cede. E a Fiume c’è d’Annunzio.