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Il diario di Gaby è un volume degli anni Trenta che contiene gli appunti vergati di suo pugno dall’aviatrice Gabriella Angelini e messi insieme e curati dalla madre dopo la scomparsa della figlia nei cieli della Libia. Dalla conquista delle prime pagine dei giornali per la partecipazione al Giro aereo di Lombardia, alla grande impresa aerea del tour in Europa in solitaria e senza paracadute, a bordo di un velivolo leggero Breda 15, fino all’impresa ancora più ambiziosa nonché fatale: un volo da Milano
a Delhi. Durante la traversata, “Little Gaby” precipita nel deserto libico a causa di una furiosa tempesta di sabbia (3 dicembre 1932). Tumulata al cimitero monumentale di Milano, la sua tomba è ben riconoscibile per la grande scultura in bronzo, in grandezza naturale, raffigurante un’elica contorta messa in verticale. L’epitaffio “…ed or non batte più che l’ala del mio sogno”, riprende quello inciso sul cenotafio in memoria degli aviatori caduti, nel Cimitero degli Invitti a Redipuglia. Il velivolo Breda usato da Gaby Angelini nel raid europeo è conservato nel padiglione aeronavale del Museo Nazionale della Scienza e della Tecnologia “Leonardo da Vinci” di Milano.
Ho il cuore leggero e gonfio di gioia al pensiero che questo pomeriggio riabbraccerò la mamma.
Dopo tanto peregrinare riposerò sul suo cuore fedele e coraggioso. In ogni momento le sue ultime parole mi hanno risuonato all’orecchio: «Va piccola mia e sii tranquilla della vittoria. Iddio ti salverà da ogni male».