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La pubblicazione, a circa ottant’anni dalla loro stesura, dei Quaderni Neri di Martin Heidegger ha creato un caso mondiale. Tra polemiche, discese in campo, condanne assolute, distinguo, reazioni isteriche, la critica storico- filosofica ha fatto irruzione fin nelle pagine dei quotidiani, producendo inoltre saggi, dibattiti, conferenze a non finire.
Tra dimissioni illustri e condanne reciproche, la questione del rapporto di Martin Heidegger con il nazionalsocialismo e l’ebraismo non ha mai smesso di destare scalpore. Si va dalla condanna e dalla mostrificazione dell’ormai compromesso pensatore, alla minimizzazione o negazione, addirittura, del suo coinvolgimento. In questa lettura approfondita non solo dei Quaderni, ma anche delle più note interpretazioni degli stessi, l’autore accompagna il lettore nella ricerca di una risposta ad alcune domande fondamentali: Heidegger fu nazionalsocialista? Fu antisemita? Se sì, in che modo, in che senso, in quale misura e, soprattutto, perché?
Al di là della ‘chiacchiera’ giornalistica sul tema, indice dell’inautenticità della civiltà tecnocapitalistica, la sola domanda che sia degna di analisi filosofica o, come direbbe lo stesso Heidegger, fragwürdig, riguarda se e in che misura tutto questo abbia inciso sul filosofare di Heidegger, o da esso sia derivato, o, ancora, possa dal filosofare heideggeriano essere disgiunto.
Dalla prefazione di Diego Fusaro