Le aquile di Zeythun
Turchia 1895. Il sultano Abdul Hamid vuole reprimere i movimenti di protesta delle minoranze armene, guidate dal partito socialdemocratico Hnchak, che mirano a ottenere…
Roberto Sciahinian è nato a Perugia da padre armeno e madre italiana.
I nonni provenivano da Sivas, l’antica Sebaste, in Turchia, e nel 1895 si erano imbarcati su una nave francese che li aveva condotti a Bengasi. Fuggivano dalle persecuzioni che il sultano Abdul Hamid aveva posto in atto per reprimere nel sangue le aspirazioni degli armeni di ottenere la parità di diritti con la popolazione musulmana. Fin da bambino ascoltava affascinato i racconti di suo padre sull’Armenia, le sue tradizioni, la sua identità secolare, la sua fede. La morte prematura del genitore interruppe quel legame con la terra d’origine, fino a quando conobbe armeni di grande spicco nel panorama culturale italiano, come S.E. Padre Boghos Levon Zekiyan, la scrittrice Antonia Arslan, il medico-scrittore Pietro Kuciukian, oggi Console Onorario della Repubblica d’Armenia in Italia, che risvegliarono in lui il sentimento, solo sopito, di appartenenza. Da quel momento fu promotore di numerose iniziative volte a portare a conoscenza del pubblico italiano la storia e la cultura armene, organizzando mostre, seminari e convegni.
La storia narrata in questo romanzo d’esordio non tratta del genocidio degli armeni del 1915, ma di avvenimenti accaduti venti anni prima: le stragi compiute dal “Sultano rosso”.
Turchia 1895. Il sultano Abdul Hamid vuole reprimere i movimenti di protesta delle minoranze armene, guidate dal partito socialdemocratico Hnchak, che mirano a ottenere…