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È il dramma interiore di un uomo anziano, poeta affermato, combattuto tra l’amore, che rende giovani e dona la vita, e la sua stessa vecchiaia che l’ha reso qualcuno, imprigionandolo in una figura precostituita, quasi statuaria. Il protagonista, detto appunto Qualcuno, accoglie grazie all’amore un rinnovamento che lo porta alla rottura con ciò che era stato in precedenza.
Il poeta ora ha nuova voce, nuovi sentimenti da comunicare, una nuova personalità che esprime in un nuovo io con il nome di Delago. E proprio Delago si proporrà come idolo giovanile, promulgatore di una poesia nuova, rivoluzionaria e propriamente viva. Ma la pressione del mondo esterno, conservatore, rinchiuso in etichette formali, incapace di comprendere il cambiamento, e la incapacità quasi fisica del protagonista di sentirsi effettivamente giovane, interrompono il processo di rinnovamento, facendolo ripiombare nella precedente condizione di uomo-statua.
Passa il grand’uomo: e ti fissano — irrigiditi — e ti irrigidiscono — richiamandoti alla tua «celebrità» — Statua. Tu capisci? Quando hai altro per il capo e vorresti abbandonarti un momento a quello che pensi, a quello che senti! Scomporti — contorcerti, se hai un dolore dentro che ti cuoce. Perdio, non vuoi avere il diritto di sentirti, almeno allora, un pover’uomo?