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Tazio Nuvolari l’aveva definito il «campione ardimentoso». E il Comandante Gabriele D’Annunzio l’«uomo più veloce del mondo». Tutto questo e molto altro fu Francesco Agello, nato con un indubbio talento, una grande vocazione e una altrettanto grande passione per il volo. Cosa che gli permise di diventare uno degli “immortali” dell’Aviazione italiana, dopo aver compiuto imprese leggendarie come quella di aver sorvolato il Lago di Garda a bordo di un idrovolante Macchi-Castoldi M.C.72 alla straordinaria velocità di 709,202 km/h. Era il 23 ottobre 1934. Oggi il primato di Agello è ancora imbattuto.
In questo libro, scritto da Francesco Dionigi e arricchito dalle illustrazioni di Alessandro Colonna, l’epopea di Agello torna ad essere raccontata come merita, anziché rimanere nascosta nei meandri della storia.
Eccolo, vola di nuovo su Manerba e poi su Moniga, passa la raffica rossa, nessuno parla tanta è l’ansia nei cuori. La velocità questa volta è di 711,462 Km/h, la più alta raggiunta da un uomo nel mondo. Bisogna attendere ancora il quarto passaggio, che segnerà questa volta 709,444 Km/h. L’ammaraggio a velocità folle è perfetto e radente. Agello sguscia rapido dalla carlinga e si porta lesto sul castello motore. Saluta con la mano. Ha vinto.